Tutto torna. Sembra il sottotitolo di questo libro. Tutto torna. Lo stesso autore sembra suggerire questa analisi, senza neanche nasconderla tanto, seguendo un po’ la filosofia dei cicli vitali. Ed in effeti tutto torna. Le esperienze passate a cosa servono se non per essere osservate bene e poi delineare il destino, che sembra che si tracci da sé, secondo la teoria della casualità, ma le coincidenze quando sono troppe si fa fatica a chiamarle coincidenze. E l’autore sa osservare, mostra una profonda consapevolezza del suo metodo di osservazione, sa far tesoro del suo bagaglio di vita, attraverso esperienze forti, fortissime, e sa comunicare con eleganti mezzi tecnici al lettore le sue conclusioni. Ogni esperienza un punto critico di discesa che poi si apre ad un’ascesa. Una caduta e una risalita. Una sconfitta ed una vittoria. La vittoria che non è altro che l’acquisizione di nuova consapevolezza, accrescimento interiore. E sì, si può sconfiggere anche un tumore, potrebbe essere un’esperienza devastante, e invece sta lì come una delle tante, è più devastante ancora veder morire chi potrebbe essere una persona amica, vicina.
Tutto torna e tutto ruota, intorno ad un punto fisso. Fisso suo malgrado e a sua insaputa: Federica. Ispirazione e aspirazione. Musa e mistero. Presenza ed assenza. Come l’amore. Come la vita.
Tutto torna e tutto ruota, intorno ad un punto fisso. Fisso suo malgrado e a sua insaputa: Federica. Ispirazione e aspirazione. Musa e mistero. Presenza ed assenza. Come l’amore. Come la vita.
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