Dopo cinque anni dalla pubblicazione, in una nuova e più completa edizione, il libro “A respiro trafitto” del poeta agrigentino, romano d’adozione, Gabriele Peritore, torna a far parlare di sé, grazie al lavoro, “Poeti” del regista Toni D’Angelo, un documentario, in concorso, il 9 settembre, al Festival del Cinema di Venezia edizione 2009 nella sezione “Controcampo italiano”, che prova a ridare voce ai poeti di vecchia e nuova generazione della Capitale.
Proprio una poesia, tratta dal libro appunto, declamata in una memorabile passeggiata con Biagio Propato, segna la presenza originale, visionaria e realista nello stesso tempo, dell’autore.
Il poeta sembra dire: viviamo in un momento di confusione, perché è proprio l’essere umano che è confuso e io provo a raccontarvi questa confusione.
Il verso di Gabriele Peritore è tendente alla prosa, ma è anche una partitura musicale (vicina al Jazz) che l’autore esegue per il lettore. Un lettore attento, ovvio perché la poesia prevede lettori attenti, non orecchianti.
Peritore si spinge oltre e prova, ogni tanto, a portare il suo verso a diventare puro suono.
Come afferma lui stesso, si traveste da fazzoletto, da rossetto, da lenti a contatto, da crema profumata, da aspirina, si traveste fino a perdere la sua identità, in questo modo apre delle finestre e invita il lettore a guardarci dentro, ma riesce pure, nei momenti migliori, a dargli gli occhi (le parole reinventano) per vedere.
Certo Gabriele Peritore un piccolo- grande rimedio ce l’ha, è la parola, la parola poetica.
Antonio Veneziani
Sanguigni, reali, crudi, i versi si combinano tra di loro senza pause, ritmati da un sottofondo jazz, inducendo il lettore a soffermarsi sulla loro valenza semantica, sempre viva, sempre profonda.
Senza remore, ipocrisie e panegirici, Gabriele Peritore agisce negli avamposti della frontiera, diventa un appassionato e coraggioso esploratore, cronista di un obbligato o volontario “in diem vivere”, additandone realisticamente e poeticamente tutte le sue aberrazioni, le sue gioie, amandone e odiandone il suo periodico oscillare… ma intensamente vivendolo.
Per smaltire le sbornie diurne e notturne, l’artista si affida alla poesia, alle sue metafore, al suo ritmo incalzante che lo porta per un momento lontano da tutti gli inquinamenti, da tutte le omologazioni…
Biagio Propato
Proprio una poesia, tratta dal libro appunto, declamata in una memorabile passeggiata con Biagio Propato, segna la presenza originale, visionaria e realista nello stesso tempo, dell’autore.
Il poeta sembra dire: viviamo in un momento di confusione, perché è proprio l’essere umano che è confuso e io provo a raccontarvi questa confusione.
Il verso di Gabriele Peritore è tendente alla prosa, ma è anche una partitura musicale (vicina al Jazz) che l’autore esegue per il lettore. Un lettore attento, ovvio perché la poesia prevede lettori attenti, non orecchianti.
Peritore si spinge oltre e prova, ogni tanto, a portare il suo verso a diventare puro suono.
Come afferma lui stesso, si traveste da fazzoletto, da rossetto, da lenti a contatto, da crema profumata, da aspirina, si traveste fino a perdere la sua identità, in questo modo apre delle finestre e invita il lettore a guardarci dentro, ma riesce pure, nei momenti migliori, a dargli gli occhi (le parole reinventano) per vedere.
Certo Gabriele Peritore un piccolo- grande rimedio ce l’ha, è la parola, la parola poetica.
Antonio Veneziani
Sanguigni, reali, crudi, i versi si combinano tra di loro senza pause, ritmati da un sottofondo jazz, inducendo il lettore a soffermarsi sulla loro valenza semantica, sempre viva, sempre profonda.
Senza remore, ipocrisie e panegirici, Gabriele Peritore agisce negli avamposti della frontiera, diventa un appassionato e coraggioso esploratore, cronista di un obbligato o volontario “in diem vivere”, additandone realisticamente e poeticamente tutte le sue aberrazioni, le sue gioie, amandone e odiandone il suo periodico oscillare… ma intensamente vivendolo.
Per smaltire le sbornie diurne e notturne, l’artista si affida alla poesia, alle sue metafore, al suo ritmo incalzante che lo porta per un momento lontano da tutti gli inquinamenti, da tutte le omologazioni…
Biagio Propato
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